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LA CASA DI GENEROSA

La casa di Generosa, il volume di Carlo Cuomo e Luigi Daniele, edito dal Consorzio di Bonifica integrale del Sarno, comprende passato, presente e futuro di un scoglio, quello di Rovigliano, da sempre tratto distintivo del Golfo di Napoli.

generosa

L’idea, proposta dall’ente di Bonifica, prende le mosse dal piano triennale per l’ambiente 1994-96 che, tra i vari interventi, prevedeva l’istituzione di sistemi di monitoraggio degli ambienti marini finalizzati alla salvaguardia, al recupero e alla tutela delle coste. Un progetto sposato dall’Enea di Portici e dalla stazione zoologica di Napoli che, di concerto con il Consorzio di Bonifica, sin dal 1993, hanno individuato nello scoglio di Rovigliano il sito idoneo all’installazione della stazione di monitoraggio per la raccolta di informazioni relative all’inquinamento delle acque. “Lo scoglio di Rovigliano – si legge nel volume – con i ruderi della torre angioina, così come situato nel golfo di Napoli, nei pressi della foce del Sarno, un tempo sentinella della via reale delle Calabrie potrebbe essere, oggi, un possibile presidio dell’ecosistema marino”. Il castello, abbandonato alla fine del 1800 ha subito una lenta, ma inarrestabile rovina. Oggi resta in piedi solo una parte della torre principale. Dopo aver risanato i costoni, con il supporto di tecnologie a basso impatto ambientale, l’idea è quella di poter ricavare, all’interno della torre, dei locali in grado di ospitare sistemi, strutture e apparecchiature per la raccolta dei dati oltre che a un laboratorio e ad una camera per sommozzatori. Il tutto senza modificare le caratteristiche architettoniche e strutturali preesistenti. Il volume è arricchito da una serie di spettacolari fotografie di Pasquale Stanzione raccolte in una mostra allestita in contemporanea alla presentazione del libro. Il titolo, ‘La Casa di Generosa’ prende le mosse da un’antica leggenda secondo la quale, intorno all’anno mille, lo scoglio apparteneva ad Ernesto Longobardo che ne aveva fatto la sua abitazione “per divertirsi alla pesca”. “Questo cittadino stabiano – si legge nel libro – diede l’isoletta con la casina a sua figlia Generosa, la quale, perché amava consacrarsi a Dio e menare vita solitaria e ritirata dal secolo, della casina formò un piccolo chiostro con una cappelluccia sotto la protezione di San Michele Arcangelo e di Santa Barbara. Questa Generosa e altre tre giovanette delle più distinte famiglie di Stabia formavano una piccola famiglia cristiana sopra Rovigliano. Alla custodia esterna di questo conventino vi era un uomo per nome Anselmo, il quale vestiva di sacco e cappuccio. Per questo i pescatori e marinai avevano una somma venerazione; i poveri ne ricevevano la carità con pane e legumi cotti; nei giorni festivi in una stanzuccia venivano istruiti nella dottrina cristiana. Dalla parte occidentale aveva formato un’edicola colla immagine della Vergine dipinta, innanzi a cui era acceso un lume di giorno e di notte, che serviva da guida ai marinai per non urtare negli scogli”. (foto di Pasquale Stanzione).

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